martedì 23 agosto 2016

Il ciclista

C'è il ciclista turista e il ciclista pendolare.
Il primo spesso viaggia in gruppo ma per fortuna solo in agosto, sennò verrebbe sbattuto giù dai pendolari.
Il secondo viaggia tutto l'anno, sempre più spesso NON si dota di bici pieghevole perché troppo costosa ma di velocipede che ovviamente occupa uno spazio non indifferente, viaggia prevalentemente in orario di punta, parcheggia il veicolo davanti alle porte, impedendo spesso ai pendolari la discesa o salita, non sempre assicura la dueruote in modo tale che alla prima frenata è assicurato l'effetto domino sui disgraziati pendolari che stanno in piedi, a rischio infilzamento di freno e sta seduto un po' in disparte, sugli strapuntini ma tiene d'occhio il mezzo, col terrore che qualcuno glielo sottragga.
E' un temerario perché rischia la vita per mano di chi viaggia in condizioni disperate.
Ovviamente non ha ancora capito che in bici, senza prendere il treno, farebbe quasi sempre più in fretta.

sabato 20 agosto 2016

Il ruminante

Altro tipo da treno, che spesso mi capita come compagno di viaggio.
Ne esistono diverse varianti ma la peggiore, a mio avviso, è quella del ruminante gommoso.
Sali e lui è già lì, mandibola mobile roteante che nemmeno le lame rotanti di Goldrake. Ma soprattutto... bocca aperta. Con la cicca pericolosamente prossima alla caduta.
Che se poi ha passato la cinquantina e più, i denti non sono certo da pubblicità "con quella bocca puoi dire ciò che vuoi", si mette pure a fare le bolle.... anche no, grazie.

mercoledì 17 agosto 2016

Il logorroico in apnea

Tra i tipi da treno, c'è il logorroico. Quello che non fa conversazione ma monologhi, che adora il suono della propria voce, che tu non sai nemmeno come faccia a parlare a macchinetta senza interrompersi e come caspita faccia pure a prendere fiato.
Se per caso riesci ad intrometterti nel suo discorso, freme in attesa di intervenire, spesso senza seguire il filo logico, approfittando di una tua titubanza, di una pausa di inflessione o perché tu non sei minimamente abituato a parlare come i futuristi del primo novecento. Lui o lei sì. 
La versione a ultrasuoni, quella che lo o la sentono anche tre carrozze più in là ti fa a volte rimpiangere di non usare i mezzi propri.
Rispetto alla versione telefonica dell'urlatore, riesci a seguire - volente o nolente - il suo discorso perché non ti devi immaginare la risposta o l'intervento dell'interlocutore, che lo guarda di solito con aria rassegnata, annuendo con la testa.