martedì 23 dicembre 2014

Spirito di adattamento

A dire la verità, sempre più spesso Trenord mette a dura prova la resistenza fisica e psicologica dei suoi schiavi.
Stamattina abbiamo tonificato il deretano su gelidi sedili (il fiato si condensava e probabilmente faceva più freddo dentro la carrozza che non fuori) e abbiamo guadagnato la meta con gli ormai soliti dodici minuti di ritardo.
Pomeriggio ho preso il treno mezz'ora dopo il solito, più lungo ma sempre affollatissimo, con la corsa ai rari posti a sedere, complice la soppressione di un "Novara" e parecchie decine di passeggeri diretti a Rho in attesa di tornare a casa. Ma lì ho dovuto esercitare la memoria, perché qualche buontempone cafonedementeignorantemaleducatoteppista si è divertito a pitturare i finestrini, impedendo ogni minima visuale. Meno male che, dopo tanti anni, ho il contatore automatico delle fermate.

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