Avventure e, più spesso, disavventure, di una pendolare spesso ospite e a volte ostaggio delle ferrovie
martedì 30 gennaio 2018
Il diritto di viaggiare
Stasera al 23060 mancavano occhio e croce tre vagoni (casse, le
chiamate, giustamente, come quelle della frutta). A Certosa il capotreno
ha detto ai passeggeri che non sono riusciti a salire "prendete quello
dopo", come se ci fosse la certezza che quello dopo ci sia, sia (più o
meno) puntuale, sia "salibile" e non subisca improvvise limitazioni di
percorso. Ora, posso non avere diritto al posto a sedere perché con
l'acquisto del biglietto acquisisco solo il diritto al viaggio ma sono stufa
di acquisire questo diritto sistematicamente alle loro condizioni,
ovvero quando e come pare a loro.
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